Secondo i dati forniti da NPD Group, negli Stati Uniti, i dinner party stanno guadagnando popolarità tra le generazioni più giovani (Generazione Z e Millennials), che però frequentano meno i ristoranti rispetto alla Generazione X.
Per attrarre questi clienti, i ristoranti Fast Casual stanno investendo nei micro-influencer (10.000-99.000 follower) e influencer di media grandezza (100.000-500.000 follower), canali digitali dove questi gruppi demografici passano il loro tempo.
L’influenza di questi canali è significativa, poiché il 50% dei millennials si fida di più delle loro raccomandazioni rispetto a quelle dei maxi-influencer, trovando autenticità e nelle loro voci, considerate più come “pari”.
Il successo della collaborazione con gli influencer dipende dalla scelta dei partner giusti, dallo sviluppo di campagne che coprano l’intero funnel di marketing e dall’ottimizzazione dei contenuti ad alto rendimento. Non esiste un numero magico di influencer con cui collaborare; la strategia può essere scalata a seconda del budget, delle dimensioni del mercato disponibile e dei livelli di consapevolezza esistenti. Per esempio Chipotle ha collaborato con due foodies su TikTok per promuovere un nuovo item del menu digitale, entrambe con successo.
Oltre ad aumentare la consapevolezza del marchio, l’influencer marketing è efficace nell’accompagnare il cliente durante tutto il suo viaggio, dal promuovere offerte limitate a generare interesse per nuove locations o segmenti di clienti. La chiave è la collaborazione autentica con gli influencer, che permette ai ristoranti di connettersi con i clienti più giovani e di ottenere informazioni preziose per attrarli.
Questo approccio riflette il cambiamento nelle preferenze generazionali, evidenziando l’importanza dell’autenticità nella pubblicità per raggiungere e coinvolgere efficacemente i giovani consumatori.