Ricordi di Londra, aspettative italiane
Il 1° ottobre 2025 entro per la prima volta nel nuovo Pret a Manger di Milano Centrale. Ho in mente tanti ricordi legati ai viaggi a Londra, dove Pret era un punto fermo delle mie colazioni: cappuccino in bicchiere take away e cinnamon roll, consumati di corsa prima di prendere la metro.
Ora Pret è arrivato anche in Italia e per me la curiosità è doppia: voglio vedere se l’esperienza è coerente con il brand che conosco bene e capire come si adatta al nostro mercato.
L’arrivo e il primo impatto
Scendo dal treno e vado subito a cercare Pret. Alle 9:47 sono di fronte all’ingresso del locale, che è ben segnalato, ma purtroppo un po’ penalizzato dai lavori in corso in stazione, che prevedono la presenza di grandi pannelli proprio di fronte all’ingresso tramite le scale. Queste ultime sono ben visibili grazie ai loghi e a immagini di prodotto. Sono abbastanza pulite, ma non impeccabili: una piccola cosa, ma in un format che promette freschezza e immediatezza anche il dettaglio conta.
Appena entro, il colpo d’occhio è chiaro: frigo illuminati, luci calde, grafiche a parete. L’identità Pret è riconoscibile subito, è chiaro dove mi trovo.


Coda, layout e atmosfera
Alle 9:50 mi metto in fila. I frigoriferi, tipici del brand, sono pieni: prendi e vai, poi paghi al banco. L’atmosfera è internazionale: sento più lingue, i clienti si muovono con disinvoltura come se conoscessero già la logica Pret.
Il banco è in fondo a destra. La fila si forma lateralmente, quasi davanti ai frigoriferi: a tratti non è chiaro chi stia scegliendo e chi pagando. Nei momenti di picco rischia di creare confusione di flussi (coda “incollata” alla zona frigo).
Al banco lavorano due giovani: R. e una collega (G.). Entrambi parlano bene l’inglese, punto a favore per una stazione piena di viaggiatori stranieri. R., però, si stacca spesso dal banco per andare nella stanzetta accanto a preparare brioche/altro: questo avanti-indietro rallenta il servizio.
(Nota di layout: il locale è sulla balconata con vista binari, posizione splendida per chi vuole guardare l’andirivieni dei treni; è anche il primo Pret in una stazione italiana, informazione utile per capire il traffico e le esigenze di servizio in questo contesto.).


Ordine e servizio
Alle 9:56 tocca a me. La ragazza mi accoglie con un “buongiorno” (sorriso appena accennato) e mi dà del Lei. Ordino cappuccino e girella alla cannella—scelta affettiva: a Londra era uno dei miei “rituali” Pret e voglio ritrovare quel sapore. Le chiedo di ripetere una domanda (“consuma qui?”), che a volume di sala non avevo colto bene.
Alle 9:58 ho cappuccino e girella. Mi siedo su uno sgabello alla mensola di fronte al banco. Intanto arriva una signora, terzo operatore, in divisa blu: è visibilmente più rapida nelle operazioni. Tra i tre membri dello staff c’è un clima leggero: si danno una mano con battute e si coordinano senza perdere di vista i clienti. È piacevole e mette a proprio agio.
Consumo e sensazioni
La girella alla cannella è esattamente quella che ricordavo: profumo intenso, dolcezza equilibrata, comfort food internazionale. Un morso e sono di nuovo a Londra.
Alle 10:04 termino, ma resto qualche minuto a guardare dall’alto l’arrivo e la partenza dei treni. Un valore aggiunto di questo Pret: la posizione sulla balconata di Milano Centrale è davvero scenografica.
Prima di uscire sgombro il mio posto e butto i rifiuti. Mentre mi alzo, un viaggiatore straniero mi chiede in inglese se può sedersi al mio posto: rispondo di sì. Anche questa piccola interazione contribuisce a quella sensazione di internazionalità che Pret sa generare.


Uscita e impressione complessiva
Pret a Manger a Milano Centrale dimostra come un brand internazionale possa trasmettere coerenza con la propria identità anche in un nuovo mercato. Ma mette anche in luce le sfide operative tipiche della ristorazione in hub di viaggio: gestione dei flussi, chiarezza del percorso cliente, accoglienza rapida e sorridente.
Sono proprio questi i dettagli che fanno la differenza tra un’esperienza vissuta come routine e un’esperienza ricordata come valevole.
Esperienza coerente con il DNA del brand: veloce, internazionale, essenziale. Due punti da monitorare:
- flusso coda vs. area frigo (segnaletica e micro-barriere potrebbero aiutare),
- organizzazione banco/preparazioni (limitare gli “stacchi” di chi è alla cassa nei momenti di punta).
Per il resto: prodotto scelto centrato, tempi rapidi, team cortese (anche se più sorrisi all’accoglienza farebbero la differenza).
Punti di forza e criticità osservate
Punti di forza
- Identità visiva chiara e riconoscibile.
- Clientela internazionale, coerente con la location.
- Personale giovane, con competenze linguistiche.
- Team spirit positivo.
- Prodotto “iconico” (girella alla cannella) perfettamente centrato.
Criticità
- Flusso coda/frigo poco chiaro, rischio confusione nei picchi.
- Operatore al banco che si sposta troppo spesso in preparazione.
- Accoglienza un po’ fredda (manca un sorriso marcato).
- Domande poco chiare (“consuma qui o asporto?”) a voce troppo bassa.
- Pulizia della scala da affinare: il primo impatto conta.
Pret a Manger in Italia: contesto e sviluppi
- Debutto italiano (2023): prima apertura a Milano Malpensa T2 con Chef Express (Gruppo Cremonini), partner esclusivo del marchio.
- Arrivo in stazione (2025): Milano Centrale è il primo Pret in una stazione ferroviaria italiana, in balconata con vista binari.
- Piano di sviluppo: le fonti parlano di un progetto da 30–40 aperture nei prossimi anni, con focus su location travel e centri urbani.
- Format: caffè biologico e cibo fresco preparato ogni giorno, con la logica grab & go che ha reso Pret riconoscibile a livello globale.