“Let me put my arms around your head, Gee, it’s hot, let’s go to bed…”. L’incipit di “Drive In Saturday”, ballata di David Bowie del 1973, affresca le parole di una persona innamorata, che si prende cura della sua lei o del suo lui.
Il drive in del titolo e la realizzazione melodico/armonica rimandano agli Stati Uniti degli anni ’50, quelli che ci immaginiamo più ingenui e innamorati.
Direttamente da questo retaggio arriva una catena appartenente alla grande famiglia di Inspire Brands (quelli di Jimmy John’s e Buffalo Wild Wings per intenderci); il brand si chiama SONIC Drive-In e vanta più di 3.500 punti vendita negli U.S.A, per un fatturato di quasi 5.000.000.000$ nel 2019.
Mi ha oggi colpito una storia recente, dal sapore sopra evocato, che emerge lampante nelle parole di una cliente di SONIC Drive-In. Lei è un’infermiera reduce da un turno massacrante in un ospedale dell’area di New York. Si ferma nel Sonic Drive-In di Nesconset, dove lavora Danielle.
“Danielle mi ha ringraziata per la battaglia che combatto ogni volta che varco le porte dell’ospedale. Ha reso la mia giornata migliore con le parole gentili che mi ha rivolto. Grazie Sonic per avermi dato da mangiare dopo le lunghe ore in cui ho lavorato, e grazie Danielle per essere stata così dolce”.
