Ho deciso di dedicare il primo articolo del 2021 al brand del foodservice che preferisco. Wahaca!
Wahaca è un brand specializzato in cibo messicano, precisamente nel cibo che si può gustare solo nei mercati del Messico. Oggi conta circa circa 15 ristoranti, tutti in UK, che cercano di resistere alle restrizioni sanitarie che, come in un tira e molla, vengono adottate nella vecchia Albione.
La promessa del brand sembra parlare di prodotto:
Mexican Market Eating
Dentro a queste tre parole c’è in realtà un mondo, non solo l’aspetto strettamente riguardante l’offerta gastronomica. Infatti i mercati messicani sono universi a sé stanti, che brulicano di persone, che abbagliano con i colori e inebriano con gli odori e i sapori.
Non è una coincidenza il fatto che Wahaca si pronunci esattamente come si pronuncia il nome di una città messicana molto importante, nota proprio per i suoi mexican market: Oaxaca. Ed è in un documentario che parla di street food a Oaxaca che trovo le migliori parole per descrivere le mie esperienze da Wahaca, circa 3 o 4, tra il 2016 e il 2017.
A Oaxaca, ogni giorno si fa festa.
Si balla, si brinda alla vita, si beve mezcal, ed è lì che puoi trovare i sapori più profondi del Messico.
Oaxaca è magica.
Abbiamo una biodiversità incredibile, una gran varietà di culture indigene, salse e moles che non troverai da nessun’altra parte.
Tutto ciò si unisce per creare il miglior cibo di strada del paese.
Tratto dalla serie “Street food: America Latina”, puntata 3, “Oaxaca, Messico”. Disponibile su Netflix.
Ed è di una di queste esperienze che, velocemente, vorrei parlarvi. Era l’inizio di giugno 2017, io ed Elisa ci eravamo regalati tre giorni a Londra. Per me si trattava della seconda visita, a distanza di un anno dalla prima, per lei della prima volta nella capitale inglese. Io mi comportavo come un gran Virgilio nel condurla in pranzi e cene spettacolari, tutti all’insegna dei brand che avevo scoperto l’anno precedente. Da Wahaca andammo subito, la prima sera… Ce la ricordiamo bene tutti e due!
Scegliemmo il ristorante più vicino al nostro albergo, in zona Waterloo Station. Vedendolo dall’esterno Elisa era scettica, sembrava tutt’altro che allegro. Le chiesi un atto di fede, ero sicuro di ciò che ci aspettava all’interno.

Appena entrati fummo travolti dai suoni: musica spettacolare, e tantissimi clienti che parlavano tra loro, ridevano e consumavano le proprie portate. Come in un mercato affollato! I colori e gli arredi del locale poi: spettacolari! In quel momento, oltre allo stupore, ricordo però che eravamo parecchio preoccupati, perchè tutti i posti parevano indisponibili; così effettivamente era, ma iniziarono presto le sorprese.

All’ingresso fummo accolti da una ragazza sorridente, appostata in un banchetto adibito proprio al ricevimento. Ci chiese subito se avevamo prenotato. La risposta era negativa, così ci disse che prima di farci accomodare a un tavolo sarebbero occorsi 30 minuti. Non riuscimmo a dirle “torniamo un’altra volta”, perchè la ragazza chiamò subito un giovane cameriere che passava di lì, per farci accomodare al bancone del bar, dicendo che ci avrebbero offerto un drink e qualche snack. Colpo di fulmine! In 2 minuti eravamo allegrissimi al bancone, ognuno con il suo Passionfruit Margarita e tre tacos colorati a testa!
Sapete come andò a finire? Il tempo di attesa per sederci al tavolo fu di più di un’ora, ma non per un’inefficienza dello staff di Wahaca Waterloo, ma perchè io ed Elisa ci regalammo altri due o tre drink a testa e altrettanti tacos! Avevano fatto breccia nei nostri cuori, con una velocità, una gentilezza e una giovane freschezza unici. Il resto dell’esperienza fu poi altrettanto piacevole (anche grazie ai Margarita bevuti) e sorprendente dal punto di vista culinario.
Chiedemmo di essere messi nella sala meno caotica e fummo accontentati: c’erano sì tante persone, ma meno intente a fare baldoria rispetto a quelle incontrate in zona bar. Questa stanza era anche quella meno vistosamente decorata, forse è pensata proprio per chi, all’interno di quel clima da mercato messicano, cerca più tranquillità, magari dopo un “triage” alcolico come quello cui ci eravamo sottoposti noi.

In questo 2021 avrò modo di raccontare le altre mie esperienza da Wahaca, tutte sorprendenti. Nel frattempo, augurando a tutti buon anno nuovo, vorrei fare i miei ringraziamenti personali a Tomasina Miers, fondatrice e anima di questo magnifico brand stampato per sempre nel mio cuore!