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LA RIVINCITA DEL SAKÈ

Un’azienda statunitense vuole salvare un’antica tradizione giapponese…

Consiglio di leggere l’articolo ascoltando Kimio Eto.

Nè distillato nè liquore. Lo chiamano “vino di riso”, ma la realtà è che lo si può chiamare solo sakè.

Storia

La sua nascita si perde nei millenni, c’è chi la posiziona intorno al quinto millennio a.C. da qualche parte, in Cina, lungo il Chang Jiang, quello che gli europei chiamavano Fiume Azzurro. Da qualche parte, perchè il Chang Jiang è lungo 6.418 chilometri e lungo queste infinite sponde si narra siano nate le prime popolazioni cinesi, oltre 27 mila anni fa.

Una cosa è certa, il sakè nacque in Cina, ma fu sublimato in Giappone, dove divenne così popolare che nel palazzo imperiale di Kyoto fu istituito un organismo ufficiale per la sua preparazione!

Il sakè oggi

Il sakè è una bevanda alcolica prodotta dal riso cotto a vapore. I passaggi chiave della preparazione si possono così riassumere:

  • Levigatura del riso
  • Lavaggio del riso
  • Cottura a vapore
  • Preparazione del Koji: il 30% del riso viene cosparso con un fungo che trasformerà l’amido in zucchero
  • Fermentazione: si unisce il riso cosparso con il fungo al resto del riso affinchè tutto subisca la trasformazione e si formi la “zuppa” che dovrà fermentare
  • Spremitura: viene estratto il sakè
  • Filtraggio
  • Imbottigliamento

In base a piccoli cambiamenti nel processo di produzione è possibile realizzare varianti del sakè: i più pregiati, oggi, sono quelli che mantengono la lavorazione artigianale, come il tokkyu e l’ikkyu. Nonostante sia molto diffuso l’uso di servire il sakè caldo, il metodo corretto rimane quello di gustarlo a temperatura ambiente.

Non basterebbero decine e decine di post per approfondire l’arte della realizzazione e della degustazione del sakè. Globalmente, purtroppo, il sakè sta attraversando anni difficili, nonostante l’esplosione del consumo correlata alla diffusione dei ristoranti giapponesi di qualche decennio fa. Anche nel Paese del Sol Levante le cose non stanno andando benissimo per la bevanda alcolica: sono circa 1.400 i distillatori di sakè nel paese, quasi il 35% in meno rispetto a 25 anni fa!

Tippsysake

Genki Ito è fondatore e CEO di Tippsysake: con questa impresa ha deciso di ridare lustro all’antica bevanda alcolica giapponese e mira a portarlo nuovamente al di fuori dei confini nipponici.

Di cosa si occupa Tippsysake? L’azienda si presenta come piattaforma online, con sede in California, che mette in collegamento i clienti statunitensi con i produttori di sakè giapponesi. Lo shop online offre una selezione di sakè di alta qualità, tutto attraverso un servizio di abbonamento mensile che consente di arrivare a un pubblico più ampio. Per $59 al mese, gli abbonati possono godere di tre bottiglie di sakè da 10 once prodotte in Giappone. Come già trattato, le soluzioni “in abbonamento” stanno davvero spopolando anche nel mondo del food (qui altri esempi).

La mission di Tippsysake:

Rendere il sakè semplice e divertente. […] Vogliamo che rivaluti la tua esperienza con il sakè e riscopri un sapore che pensavi di conoscere. L’arte del sakè è promossa ovunque nel mondo da un numero crescente di chef e sommelier, mentre il numero di produttori in Giappone è diminuito della metà rispetto al momento del picco dei consumi domestici. Il nostro obiettivo è costruire una vasta comunità di appassionati di sakè come noi, che apprezzino la versatilità del sakè, che si può abbinare a un’ampia varietà di cibo disponibile oggi negli Stati Uniti e re-immaginare la cultura in cui il sakè è un’opzione di bevanda per ogni occasione culinaria, proprio come il vino.

Link: https://www.tippsysake.com/pages/our-story

Mi sono interessato a Tippsysake sia per la bellissima missione che lo guida, che per le parole del fondatore Genki Ito, che pare avere le idee chiarissime. Lui sostiene che il successo dell’azienda passa anche dall’istruzione dei clienti rispetto al mondo del sakè. Quindi, per esempio, il box che si riceve con l’abbonamento include kit di degustazione e un’esperienza “tutorial” virtuale attraverso video con esperti che raccontano gli ingredienti uno per uno, ma anche il processo produttivo… Tutto in maniera semplice e coinvolgente, per far apprezzare davvero l’artigianato giapponese.

Il lavoro di Tippsysake, per i produttori giapponesi, è fondamentale non solo perchè diventa un canale di vendita essenziale, ma perchè li supporta in tante attività che conoscono poco o che davvero non hanno mai “maneggiato”. Ne è un esempio il marketing: Tippsysake affianca gli artigiani del sol levante, dialoga con loro intensamente per poter conoscere a fondo, quasi come loro, i segreti del prodotto. Il risultato sono le bellissime e utilissime (per il cliente finale) schede tecniche di ogni singola bottiglia.

Link di esempio: https://www.reviewed.com/cooking/features/tippsy-sake-review-heres-how-the-sake-subscription-box-works

Consiglio a tutti una visita sul sito di Tippsysake: è un’iniziativa molto interessante, super specialistica, che ben si potrebbe replicare con le innumerevoli primizie italiane. In conclusione, le parole da un’intervista a Genki Ito di Tippsysake:

I clienti si adegueranno rapidamente e acquisiranno maggiore familiarità con i termini e la calligrafia giapponesi. Le etichette e i termini francesi sul vino sono ormai all’ordine del giorno. Nessuno mangiava cavolo 10 anni fa, ma oggi ne troviamo sempre più varietà, nel cibo e nelle bevande. Basta avere una mente orientata al cliente e al marketing per vedere l’opportunità.

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Tag: , , , , Last modified: Gennaio 2, 2021
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