Oggi ho scoperto Slim Chickens, un altro brand della ristorazione statunitense capace di stupirmi.
Possiamo far afferire Slim Chickens al segmento Fast Casual della ristorazione: nessun servizio al tavolo, velocità sostenute e qualità del cibo migliore del fast food. La sua storia nasce dall’amicizia tra Greg Smart e Tom Gordon e le fondamenta su cui è stata costruita l’impresa sono ben raccontate nel sito del brand:
È INIZIATA CON UN PIATTO E UNA SALSA
La nostra missione era (ed è) semplice: preparare i migliori chicken tender impanati a mano, utilizzando solo gli ingredienti più freschi, serviti in un’atmosfera amichevole dove le persone possono rilassarsi e sentirsi a casa. Per i nostri piatti utilizziamo il taglio migliore che si possa trovare. Fin dall’inizio, i filetti di pollo 100% naturali sono stati la base del nostro intero menu. La nostra ricetta collaudata nel tempo è diventata una delle preferite della casa, che si arricchisce di sapore con la nostra marinata al latticello in stile meridionale e viene leggermente impanata a mano a ogni ordine.
Link: https://slimchickens.com/about-us/
Slim Chickens nasce nel 2003 a Fayetteville , Arkansas, con l’apertura della prima location; nel 2005 aprì la seconda sede nella vicina città di Rogers. L’espansione della catena è aumentata nel 2008, con l’apertura di altre cinque locali di proprietà dell’azienda in Arkansas e Oklahoma. La vera svolta dello sviluppo è avvenuta nel 2013, con l’inaugurazione del primo ristorante in franchising: da quel momento la crescita non si è mai fermata, arrivando alle circa 160 locations odierne!
Crescita inarrestabile, dicevo, nonostante gli anni durissimi del Covid-19. Proprio su questo argomento ho trovato alcune parole molto interessanti proprio di Sam Rothschild, direttore delle Operations di Slim Chickens, che fotografano un fenomeno che sta avvenendo anche in Italia:
Pensavo onestamente che, una volta che il COVID fosse diminuito, il delivery e il take si sarebbero un po’ affievoliti e le persone sarebbero tornate alla loro normale routine. Ebbene, quello che abbiamo visto è che le consegne fanno ormai parte della normale routine e questa parte dell’attività non è diminuita. Abbiamo dovuto inventare nuove procedure operative standard, perché è cresciuta da un giorno all’altro una parte o un segmento del business che prima non c’era, perché le consegne nel nostro segmento erano molto ridotte e l’asporto era ok. Nell’ultimo anno abbiamo dedicato molto tempo a riattrezzare il nostro prototipo di ristorante, poi siamo tornati indietro e abbiamo iniziato a lavorare nelle cucine che già abbiamo, esaminando nuove attrezzature e nuovi processi. Stiamo cercando di diventare più efficienti e di tenere sotto controllo i costi, pensando in modo diverso dal solito.
Link: https://www.qsrmagazine.com/reports/future-fast-casual-2023-and-beyond
Si tratta di un fenomeno che avviene anche da noi, in città più evolute sul food retail come Milano. Le sale dei ristoranti si stanno nuovamente riempiendo, ma i canali di vendita “esterni” al ristorante, rimangono molto utilizzati di clienti; oggi le Operations delle catene di ristorazione sono così alle prese con le difficoltà nel bilanciare le due modalità, stando attenti a non rovinare l’esperienza dei clienti nel ristorante, di quelli a casa e – non meno rilevante – non generare carichi di lavoro insostenibili per i collaboratori che, come ben sappiamo, sono molto sotto pressione e facilmente cambiano lavoro.