Written by 6:00 am Moda

ARIA

Gucci compie 100 anni.

Per celebrare il centenario del brand, Alessandro Michele decide di ripartire dall’inizio; là, da dove tutto ebbe inizio e grazie a cui, tempo dopo, si cominciò a fare la storia.

L’aria che vola, l’aria che tira e cambia gli eventi, l’aria che, anno dopo anno, lascia impronte indimenticabili: “Aria”, difatti, che dopo cento anni diviene simbolo e raccolta del mondo di Gucci.

Il titolo appartiene alla collezione lanciata dalla maison fiorentina e presentata attraverso un corto di 15 minuti co-diretto da Floria Sigismondi, regista e fotografa, e ovviamente dal direttore artistico Alessandro Michele.

Aria è il titolo, ma non solo: è l’elemento naturale che fa da perno a tutta la narrazione, è la liberazione finale nella quale perdersi e ritrovarsi leggeri e fluttuanti.

L’aria sfoglia le pagine della storia del brand e lo fa proprio in occasione dei suoi cento anni; l’idea è quella di ripercorrere, momento per momento, simbolo dopo simbolo ed epoca dopo epoca, tutto ciò che ha reso Gucci ciò che Gucci è oggi, nel 2021.

Si parte proprio dal Savoy Club (simbolo importantissimo per la maison, in quanto il fondatore stesso vi lavorò come usciere quando era ragazzo) e dallo sguardo esterno curioso di vedere che cosa ci sia dall’altra parte della porta; un mondo nuovo, un mondo diverso, un locus amoenus a tutti gli effetti.

Ed è così che si entra e ci si tuffa nella sfilata vera e propria: flash, neon, luci a intermittenza e una colonna sonora assai calzante per il contesto presentato[1]. Outfit dopo outfit, siamo in grado di ritrovare le radici della maison e i riferimenti iconici per eccellenza. Uno degli esempi più eclatanti è l’outfit total velvet con cui Tom Ford nel 1996 rese Gucci uno dei più importanti protagonisti della moda contemporanea (da ricordare, inoltre, che l’attrice Gwineth Paltrow indossò lo stesso tailleur proprio nel ’96 in occasione degli MTV VMA).


[1] Non a caso, infatti, le canzoni scelte per la sfilata, contengono la parola “Gucci” e mostrano come la mitologia del brand si sia imposta nell’immaginario collettivo e si sia inserita spontaneamente all’interno del vocabolario quotidiano delle persone e del mondo pop cui appartiene.

Si parla dunque di contaminazioni passate, di impronte di stile che non muoiono mai (si pensi alla moda equestre, nodo importantissimo nella storia di Gucci), ma si parla anche di collaborazioni future e contaminazione tra brand: vi dice qualcosa Balenciaga?

Da una parte Alessandro Michele, dall’altra Demna Gvsalia, entrambi direttori artistici dei due brand dal 2015. Gucci e Balenciaga si ritrovano insieme per festeggiare i 100 anni del brand fiorentino: il risultato? Un mashup originale, innovativo ma in perfetta simbiosi.

Dalle parole di Alessandro Michele:

Gucci diventa per me un laboratorio di hackeraggio, incursioni e metamorfosi. Una fabbrica alchemica di contaminazioni dove tutto è in contatto con tutto. Un luogo di furti e reazioni esplosive: un generatore permanente di luccicanze e desideri imprevisti. In questa ricorrenza, voglio dunque onorare il mio legame filiale tradendo l’eredità che mi è stata consegnata. Perché è solo nella capacità evolvente che si rinnova la promessa di una nascita interminabile. Nell’attraversare questa soglia ho saccheggiato il rigore anticonformista di Demna Gvasalia e la tensione seduttiva di Tom Ford; ho sostato sulle implicazioni antropologiche di ciò che brilla, lavorando sulla capacità risplendente dei tessuti; ho celebrato il mondo equestre di Gucci trasfigurandolo in una cosmogonia fetish; ho sublimato la silhouette di Marilyn Monroe e il glamour della vecchia Hollywood; ho manomesso il fascino discreto della borghesia e i codici della sartoria maschile.

La sfilata, tra un flash e l’altro, ci rapisce in tutta la sua dinamicità; notiamo accessori particolarissimi e in perfetta linea con il brand ma, soprattutto, captiamo novità incredibili e assolutamente spiazzanti. Avete notato la clutch anatomica a forma di cuore? (tecnicamente, miniaudière, una piccolissima e preziosissima scatola bijou).

Continuano a scorrere silhouette femminili e maschili, in cui spesso e volentieri non esiste genere. Gli elementi della maison fanno capolino (appare anche un coniglietto bianco in braccio a una delle modelle: riferimento al Gucci Garden? Probabile). Tutto, come sempre, non è dato al caso; ogni singolo movimento, ogni singola proiezione, flash, canzone, abito e scritta, ha qualcosa dentro di sé da raccontare e lo fa, minuto dopo minuto, fino alla fine del film.

Da quella luce rossa calda parte l’intera narrazione, sviluppandosi in una dimensione più fredda ma estremamente ritmata: rotazioni, angolazioni e luci intermittenti ci catapultano ovunque e l’aria, nel frattempo, si fa sempre più densa e spinge per uscire allo scoperto.

Ed ecco che tutti e tutte si ritrovano in uno spazio limbico, ad aspettare che accada qualcosa di incredibile. Una porta li separa da un altro mondo ed è solo in questo momento che assistiamo alla liberazione: l’aria.

Inspira ed espira, galleggiando in slow motion attraverso il verde della natura, gli amici animali, la libertà di essere sostanzialmente vivi.

Quel momento di attesa alla vita che finalmente si slega e si fa concretezza: insieme, tra un abbraccio e un semplice sfiorarsi, mentre si aspetta che le stelle si allineino.

Buon compleanno, Gucci!

Mentre scrivevo questo articolo, ascoltavo:

(Visited 54 times, 1 visits today)
Tag: , , , , , , , , Last modified: Aprile 26, 2021
Close