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THE GREAT RESIGNATION

Una ricerca condotta da Joblist inizia a far luce sull’enorme ondata di dimissioni che sta sconvolgendo la ristorazione statunitense… E non solo!

Durante i mesi estivi ho colpevolmente dato poco peso alle notizie che arrivavano dall’America, dove già a giugno si raccontava l’enorme problema della mancanza di forza lavoro nella ristorazione.

Oggi, come un’onda, il problema è arrivato anche alle nostre latitudini, al punto che non pochi operatori e professionisti del settore, anche in Italia, parlano di mercato del lavoro come uno dei campi chiave su cui si sfideranno i brand.

Negli Stati Uniti questo fenomeno ha ormai raggiunto manifestazioni molto preoccupanti, tanto che gli è stato addirittura assegnato un nome: The Great Resignation, ovvero “le grandi dimissioni”.

Come consuetudine su queste pagine, proveremo a capire meglio il fenomeno che ci riguarda, guardando cosa sta accadendo in America, dove i trend nascono e maturano più velocemente.

A darci manforte è una ricerca condotta da Joblist, azienda che aiuta le persone a trovare lavoro. L’indagine è stata svolta intervistando circa 14.000 persone attualmente impiegate; di queste, il 58% dei dipendenti del settore “ospitalità” ha dichiarato di essere intenzionato a licenziarsi entro la fine del 2021!

La ricerca di Joblist ha anche indagato le motivazioni che hanno portato migliaia di persone a prendere la decisione drastica, eccole:

  • la bassa retribuzione;
  • desiderio di una nuova carriera;
  • mancanza di benefit;
  • clienti difficili;
  • orari lunghi e rigidi;
  • potenziale esposizione al covid-19.

Una nota interessante: l’11% dei già “dimessi” ha dichiarato di aver ripreso il proprio percorso scolastico!

Le note positive per gli operatori non mancano: buona parte degli intervistati (circa un terzo) che hanno dichiarato di voler abbandonare il lavoro entro la fine del 2021, ammette di poter cambiare idea se il datore di lavoro si impegnasse su almeno una delle motivazioni sopra elencate.

Inoltre, una cospicua percentuale di intervistati “già dimessi” (il 40%), ha dichiarato di aver preso tale decisione per poter seguire i figli nella didattica a distanza: con la riapertura delle scuole il problema potrebbe perciò attenuarsi.

Per un approfondimento molto accurato e realizzato tenendo conto del punto di vista del lavoratore, consiglio a tutti di leggere questo bell’articolo realizzato da NPR: https://n.pr/3FKhGsG

Mentre scrivevo questo articolo, ascoltavo:
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Tag: , , , , , , Last modified: Marzo 30, 2022
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