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MY GARMIN EXPERIENCE

Storia personale di un’avventura iniziata per caso, con compagni eccezionali.

Oggi mi prendo la libertà di raccontare un’esperienza personale; per farlo dovrò tornare di qualche mese indietro nel tempo, me lo consentirete.

Ricordiamo tutti come, nel maggio 2020, arrivò il tanto agognato “via libera” alle attività motorie dopo il lungo lockdown. Anch’io ero tra quelli che, imbolsiti e appesantiti dalle preparazioni gastronomiche casalinghe, avevano deciso di riprendere con lo sport. Erano tanti anni che non praticavo, ma capivo che finalmente era giunta l’ora di riprendere una vecchia passione: il running.

Fortunatamente risiedo in uno splendido paese della “Romagna/Toscana” (Santa Sofia), dove gli spazi aperti e verdi non mancano affatto: mi dedicai da subito, anima e corpo, alla corsa e, senza pensarci troppo, andai ogni giorno ad allenarmi, per circa un’ora / un’ora e mezza. Ero molto contento, perchè la risposta fisica e di resistenza era migliore di quello che mi aspettavo e, dopo la prima settimana, pianificavo già gli obiettivi di miglioramento da raggiungere in quella successiva.

Poi l’imprevisto: la domenica mattina mi svegliai con un dolore fortissimo ad entrambi i tendini di Achille, che mi impediva persino di camminare senza soffrire. Capii subito di aver esagerato con gli allenamenti. Purtroppo entrambe le infiammazioni non si affievolirono per molto e il dolore fu così intenso che capii che con la corsa, per un bel pezzo, avrei chiuso.

Non avevo abbandonato l’idea di rimettermi in forma e presi una decisione che inizialmente pensavo temporanea: “finchè non guariscono i tendini faccio qualche giro in bicicletta“. Rispolverai la mia vecchia, piccola, bici, regalata dal nonno in occasione della Cresima. Individuai un obiettivo piuttosto ambizioso: raggiungere la chiesa di Poggio alla Lastra, una frazione a circa 8Km da casa mia, raggiungibile solo superando alcune salite per me all’epoca molto, molto dure.

Era il 28 maggio 2020 e feci, in quasi un’ora, quel tratto di strada che mi avrebbe accompagnato, a volte ossessionato, per tutta l’estate e fino ad oggi. Da quel momento iniziai ad allenarmi quasi tutti i giorni, cronometrando le mie prestazioni e gioendo ogni volta per i pochi secondi e poi per i minuti rosicchiati al tempo precedente. Senza accorgermene tanto, mi stavo appassionando alla bicicletta, ai suoi dolori e alle sue gioie. Sì, perchè ogni volta la salita mi faceva penare tantissimo, ma la soddisfazione arrivato in cima era sempre più gratificante.

Ho passato diversi mesi come un “ciclista solitario”, ma piano piano presi coraggio e approcciai gli amici ciclisti chiedendo consigli e informazioni su questo sport: loro erano divertiti dalla mia “ossessione” per quel percorso e, sopratutto, dal fatto che lo affrontassi ogni giorno con una bici vecchia di 20 anni, piccola, pesante e scomoda. I loro mezzi erano tutti modernissimi e leggeri. Qualcuno di loro, preso dalla curiosità, decise di fare quello strano allenamento con me: ci divertimmo un sacco in compagnia e soprattutto capii che allenarmi con gli altri mi aiutava a migliorare le prestazioni, perchè letteralmente “mi tiravano”, mi spronavano stando davanti a velocità sostenuta. Ricordo ancora la gioia infinita del 14 agosto 2020 quando, in una di queste uscite con due amici, riuscii a stare sotto al muro dei 30 minuti, percorrendo il solito tragitto in 27 minuti e mezzo. Quanti miglioramenti dal primo giorno!

La Hazard, la vecchia bicicletta con la quale mi sono allenato da maggio a novembre 2020, appoggiata all’arrivo dell’allenamento

Proprio in quell’occasione Samuel, un amico che sempre mi ha sostenuto in questa nuova passione, mi prestò la sua bicicletta per il rientro e finalmente capii che era arrivato il momento di regalarmi un upgrade.

Con Samuel, durante il fatidico “scambio di bici”

Oltre alla sua fantastica mountain bike, mi colpì il computerino che teneva agganciato al manubrio, grazie al quale, in tempo reale, si potevano leggere dati davvero utili: la frequenza di battito cardiaco, l’ora del giorno, il tempo di percorrenza, la distanza percorsa, il dislivello positivo affrontato e tanto altro. Si trattava del Garmin Edge 520 Plus.

Garmin è un brand che conoscevo per la produzione, qualche anno fa, dei navigatori per le automobili: spesso lo si contrapponeva al TomTom in questo ambito. Quello che non sapevo era che l’azienda è un punto di riferimento assoluto per tutti gli amanti dello sport che desiderano monitorare le proprie prestazioni e i propri allenamenti: dai dispositivi indossabili (smartwatch gps e fasce cardio, per esempio) ai navigatori e sensori per ogni tipo di attività, Garmin è utilizzato da tantissimi sportivi, anche a livelli professionistici.

Ecco la promessa del brand ai clienti sportivi:

Che tu sia un atleta professionista o un appassionato di sport e fitness, Garmin è in grado di fornirti prodotti innovativi progettati per stare al passo con il tuo stile di vita.

Link: https://www.garmin.com/it-IT/company/about-garmin/

Oggi posso dire che la mia vita sportiva si è arricchita di una bicicletta più moderna e proprio di quel Garmin Edge 520 plus, accessorio utilissimo a tutti gli amici biker, regalatomi per Natale (grazie Eli!). Proprio grazie al nuovo arrivato mi godo i giri in mountain bike ancor di più, tenendo sotto controllo la salute (monitoro in tempo reale la frequenza cardiaca avendo abbinato una fascia cardio sempre Garmin) e le prestazioni.

Qualche giorno fa sono riuscito a fare un nuovo record nel mio percorso personale (25.12 minuti) proprio monitorando i tempi sul Garmin mentre pedalavo e, di conseguenza, capendo come dosare lo sforzo. Ma l’esperienza non si ferma qui: grazie alla app proprietaria Garmin Connect o ad altre app come Strava, è possibile condividere con la propria community di amici sportivi le attività svolte, i record raggiunti, le strade percorse, le fotografie e tanto altro! Unico, piccolo neo riscontrato nella mia esperienza, è stata la leggera difficoltà nel comprendere tutte le funzioni del dispositivo, che sono tante; in un certo senso questa piccola complicazione ha rafforzato in me la percezione di essere di fronte ad uno strumento professionale.

Insomma, l’attività, grazie a Garmin, non si ferma al rientro a casa, ma continua in queste piattaforme dove si possono analizzare i dati personali e quelli degli amici. Qui per esempio trovate il “segmento” (così si chiama tecnicamente) che ho creato per monitorare le attività sul mio tragitto preferito: https://www.strava.com/segments/26192577

Un paio di giorni fa ho messo a dura prova il Garmin Edge 520 plus e il mio fisico: sono uscito di casa alle 8 di mattina per un giro nelle “mie” montagne, di circa 30Km e mi sono ritrovato in una sorta di tempesta di neve. Penando non poco sono riuscito a tornare a casa, sempre supportato dal Garmin che non ha minimamente patito acqua, freddo e neve!

Foto dall’ultima uscita “estrema”

Grazie a Garmin, riesco a migliorare l’esperienza del giro in mountain bike, ma anche a prolungare le belle sensazioni di un’uscita in bicicletta, studiando cosa migliorare, dialogando con altri appassionati e sentendomi parte di un gruppo, che è davvero una bellissima sensazione, soprattutto in questi periodi difficili di lockdown più o meno rigidi.

Per questo la mia gratitudine per avermi accolto in questa bella passione va a Samuel, Tommi, Marco, Dario, Matteo, Gianmarco e tanti altri più, ovviamente, a Garmin!

Mentre scrivevo questo articolo, ascoltavo:
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Tag: , , , , , , , , Last modified: Gennaio 10, 2021
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