Questo è l’articolo in cui svelo l’enorme influenza che i Beatles e la loro musica hanno avuto e continuano ad avere sulla mia vita.
Mi sono appassionato ai quattro di Liverpool 20 anni fa, quando appena quattordicenne passavo tantissime ore e giornate assieme a 5 amici, con i quali avevo dato vita a una band. Proprio alcuni compagni di band mi avevano introdotto alla musica dei Beatles e ci divertivamo tantissimo a proporne delle cover, innanzitutto per noi, ma anche suonando qua e là nei bar di provincia.
Raggiungemmo “l’apice” quando suonammo dal vivo tutto il “White Album“.

Proprio in questi giorni è uscito su Disney+ un vero e proprio tesoro per ogni fan dei Beatles e non solo! Si tratta di un documentario di quasi 8 ore, diviso in tre puntate, che mostra i ragazzi di Liverpool ad inizio ’69, nella fase finale della vita della band, intenti alle prese con un nuovo progetto.
I quattro avevano infatti deciso, anche spinti da consiglieri e manager, di realizzare nuove canzoni da suonare durante uno spettacolo live – non ne facevano dal 1966 – che sarebbe stato anche un evento trasmesso in televisione (avantissimo anche in questo!).
Le riprese sono frutto del lavoro preziosissimo di Micheal Lindsay-Hogg, che catturò oltre 60 ore di video e audio dei Beatles in versione “umana”, che si incontrano e devono scrivere un nuovo disco in meno di un mese. Il documentario “Get Back” è però opera di Peter Jackson (già regista de “Il Signore degli anelli”) che è riuscito a restaurare e montare le scene più rilevanti, dando vita così a un racconto/reality fantastico.
Perchè mi è piaciuto così tanto? Perchè “Get Back” mostra la magia in atto: dal vuoto, al cazzeggio tipico della band che non sa cosa fare, piano piano, nascono dei capolavori incredibili, che vedranno poi la luce in dischi super come lo stesso “Get Back“, ma anche in “Abbey Road“.
Altra perla incredibile è tutta l’umanità dei Beatles che viene fuori: George Harrison si stanca di sentirsi dire come suonare e lascia la band momentaneamente; si scherza, si discute duramente, ci si guarda nelle palle degli occhi, si interagisce con lo stuolo lunghissimo di persone al seguito. Un documento davvero prezioso!
Infine, cosa molto importante, “Get Back” porta un bel po’ di luce sul racconto dell’ultimo periodo di vita della band, sempre dipinto come cupissimo per i litigi e la difficoltà a coesistere dei quattro. Come detto, ci sono anche i mimenti di scazzo, ma quella che si vede è spesso un’allegra combricola di amici, intenti a fare la cosa che amano di più e che sanno fare davvero bene: comporre e suonare capolavori immortali!
E il finale è epico.
Guardatelo, ve lo consiglio.